Economia/Territorio

Il credito a Reggio Emilia e in Emilia Romagna

Il percorso di analisi dell’Osservatorio economico prosegue con un approfondimento del dott.Matteo Beghelli di Unioncamere Emilia Romagna sul rapporto tra imprese e credito dal punto di vista delle imprese

Il credito a Reggio Emilia

Dall’indagine dell’Osservatorio Regionale sul Credito di Unioncamere relativo all’anno 2010 sull’evoluzione del rapporto banca-impresa emergono sia punti di forza che di criticità in riferimento all’offerta di credito della provincia di Reggio Emilia.

In merito all’assetto finanziario, aspetto che influenza notevolmente il modo in cui le aziende si relazionano al sistema bancario, rispetto alla media regionale emerge: un maggiore utilizzo del capitale proprio (54,4%) e del capitale familiare o quello dei soci (27,8%) tra gli strumenti finanziari, un maggiore peso dei finanziamenti bancari (48,5%); un maggiore peso (12,4%) di strumenti di leasing e factoring. La situazione è dunque più articolata rispetto ad altre realtà regionali.

La maggior parte delle imprese della provincia considera l’autofinanziamento, il capitale familiare o quello dei soci, tra i principali canali di riferimento. Emerge, dunque, l’atteggiamento prudente del tessuto imprenditoriale reggiano. Il tema delle fonti di finanziamento risulta essere strettamente connesso con la destinazione delle risorse, dall’analisi del quale emerge che solo il 15,4% degli imprenditori reggiani ha destinato le risorse finanziarie richieste ad attività di investimento, discostandosi dalla media regionale (19,1%).

La valutazione di questa differenza porta a due ordini di considerazioni:

  1. la crisi internazionale ha portato le aziende del territorio ad utilizzare le risorse creditizie per supportare prevalentemente l’attività di gestione corrente e, dunque, le proprie esigenze di liquidità;
  2. essendo il tessuto reggiano caratterizzato da una solida componente di aziende esportatrici (da qui la maggior integrazione nel commercio mondiale e conseguentemente la maggior esposizione alla crisi economica internazionale) lo scenario globale di crisi ha portato conseguenze più immediate e consistenti rispetto alla media regionale, che si sono tradotte in una diminuzione sia della domanda di mercato (anche sul commercio interno) che degli investimenti. Ha influito inoltre la specializzazione delle aziende reggiane in settori fortemente ciclici (beni capitali come la meccanica) la cui domanda si è “gelata” a seguito delle incertezze sui mercati degli investimenti.

In generale le imprese locali, nonostante le sofferenze, non sembrano però aver risentito di una stretta creditizia.

Più frequenti in questa provincia le imprese che si dichiarano soddisfatte dell’accesso al credito (quantità, tipologia di strumenti, tempi di valutazione) e del costo dello stesso (tasso applicato, garanzie richieste e costo complessivo).Si sono rilevati problemi nel rapporto banca/impresa, ma sono derivati direttamente dalla condizione economica internazionale oggettivamente difficile.La percentuale di imprese soddisfatte si aggira per i diversi parametri attorno al 40% per cui rimango ampi margini di miglioramento per questo importante rapporto.In questo quadro le imprese di piccola dimensione, soprattutto le artigiane, sembrano essere quelle che hanno segnalato maggiori difficoltà rispetto all’accesso al credito. La percentuale di imprese indebitate a Reggio Emilia, in controtendenza rispetto al trend regionale, è aumentata del 3% (da aprile a novembre) a fronte di un calo regionale del –3,2%. Il 78,8% delle imprese operanti nella provincia (a fronte del 76,6% regionale) ha una linea di credito aperta. L’indagine sul campo ha inoltre evidenziato che il territorio si contraddistingue per un accesso al credito legato alla possibilità di attenuare il rischio di finanziamento. A riguardo si rileva inoltre che, nel 2010, un’elevata percentuale di imprenditori locali si è avvalso dei Confidi, in misura più pronunciata rispetto alle altre province dell’Emilia Romagna (rispettivamente 30,9% e 27,9% dei casi). L’indagine non ha rilevato casi di diniego all’apertura di linee di credito, a dimostrazione che non vi sono stati fenomeni diffusi di razionamento, sia nella provincia che in regione. Da sottolineare, che per quanto riguarda il livello di garanzie necessarie per ottenere il finanziamento, più di 4 aziende su 5 ritengono tale livello invariato nel corso del 2010, (percentuale tra le più alte della regione)

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L’Osservatorio regionale sul credito è realizzato da Unioncamere Emilia Romagna in collaborazione con Istituto Tagliacarne e recentemente ha prodotto il secondo rapporto edito dal sistema camerale emiliano-romagnolo

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