Economia/Territorio

Primo rapporto sull’Innovazione della provincia di Reggio Emilia

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La Camera di Commercio ha presentato nei giorni scorsi il Primo Rapporto sull’innovazione della provincia di Reggio Emilia che trae i dati dall’Osservatorio Innovazione al quale anche l’Ente reggiano, coordinato da Unioncamere Emilia-Romagna, partecipa

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 L’Osservatorio è uno strumento progettato e realizzato per rilevare il grado di innovazione delle imprese emiliano-romagnole, studiarne i punti di forza, le aree di miglioramento e le criticità e volto, più in generale, a cogliere le esigenze delle imprese del territorio

Il Rapporto sintetizza i risultati di un’indagine realizzata tramite questionario, fra luglio 2010 e aprile 2011, su un campione di 1.841 imprese emiliano-romagnole, di cui 216 della provincia di Reggio Emilia.

Quelli che seguono sono alcuni fra i temi più significativi.

Gli ambiti di ricerca ritenuti rilevanti per la competitività. L’ambito cui le imprese interpellate guardano con maggiore attenzione per migliorare la propria performance competitiva è quello dei materiali. Seguono poi quelli dell’informatica e dell’energia (riduzione dei consumi energetici, efficienza energetica di impianti ed edifici, fonti di energia rinnovabili) e l’ingegnerizzazione del processo produttivo.

Gli investimenti previsti per il futuro. E’ il fattore umano l’aspetto su cui maggiormente le aziende, impegnandosi nella formazione del proprio personale interno, intendono investire. Gli altri due fattori competitivi su cui le aziende puntano maggiormente sono il miglioramento dei processi di produzione e lo sviluppo di nuovi prodotti (miglioramento di un prodotto già realizzato o creazione di una nuova linea di prodotto).

L’effettiva portata dell’innovazione nell’ultimo triennio. Guardando all’ultimo triennio, quasi il 15% delle imprese intervistate ha introdotto innovazioni di prodotto di tipo incrementale; una percentuale superiore al 18% (16,1% a livello regionale) ha introdotto innovazioni di processo, sempre di tipo incrementale. Le innovazioni radicali hanno riguardato una quota minore di casi: il 5% delle imprese reggiane, infatti, ha introdotto innovazioni di prodotto considerevoli (6,7% a livello regionale) e il 6,5% innovazioni radicali di processo (5,7% a livello regionale).

L’innovazione è stata generata principalmente all’interno dell’azienda. La collaborazione con altre imprese o istituzioni, così come l’esternalizzazione, aumenta quando si tratta di innovazione di tipo radicale, in particolare di processo.

Oltre il 57% delle imprese reggiane intervistate ha dichiarato di non avere introdotto alcuna innovazione in azienda negli ultimi tre anni (valore in linea con quello medio regionale: 57,9%), con percentuali più elevate per le piccole imprese e le imprese con un minor grado di internazionalizzazione. 

Gli investimenti realizzati. Circa un quarto delle aziende sia di Reggio Emilia sia dell’Emilia-Romagna ha proceduto all’acquisto di nuovi macchinari e attrezzature.

La seconda area, per importanza, sulla quale si sono concentrati gli interventi, è rappresentata dallo sviluppo/design di nuovi prodotti realizzato all’interno dell’azienda (22,7% del campione reggiano, valore decisamente più elevato rispetto a quello registrato per le altre province e a livello medio regionale, probabilmente anche per effetto della forte presenza del tessile) seguita da tre aree tutte rientranti nell’ambito informatico e relative in particolare all’acquisto di software e di servizi informatici di consulenza/assistenza e all’acquisto di hardware.

Gli ostacoli all’innovazione. L’eccessiva pressione fiscale è ritenuta, dalla quasi totalità delle imprese interpellate sia a livello provinciale che regionale, il principale ostacolo all’innovazione aziendale. Seguono, poi, nell’ordine, quali elementi che secondo le aziende frenano i processi d’innovazione, il rischio d’impresa percepito come troppo elevato in particolare dalla piccola impresa e in misura maggiore a Reggio Emilia; la difficoltà, più in provincia che in regione, a livello di strategie di mercato (difficoltà a comprendere il mercato e il settore, concorrenza di grandi imprese leader nel comparto, ecc.) soprattutto per la metallurgia e il sistema moda, settori che segnalano come ulteriore ostacolo all’innovazione anche la difficoltà a reperire personale qualificato.

I benefici dell’innovazione introdotta. Il campione reggiano e quello emiliano-romagnolo individuano priorità differenti. Il primo considera come principale beneficio dell’innovazione il miglioramento del risultato economico; il campione regionale, invece, indica in primis un miglioramento della qualità dei prodotti e/o dei servizi, solo al terzo posto nella graduatoria stilata dalle imprese reggiane. Al secondo posto, per entrambi gli aggregati, la conquista di quote di mercato. A ciò si aggiunge poi la penetrazione in nuovi mercati (indicata dal 10% delle imprese reggiane, a fronte di una media regionale del 16,7%).

Rilevante poi il miglioramento della qualità dei prodotti/servizi (al secondo posto nel 2009) e la maggiore efficienza nell’utilizzo di materiali e/o di materie prime.

Quasi un quarto del campione reggiano e il 30,7% di quello emiliano-romagnolo ritiene che le innovazioni introdotte in azienda abbiano portato a benefici anche per la collettività e il territorio di riferimento a favore, in particolare, dell’ambientale (riduzione emissioni inquinanti, dei consumi di energia, più efficienza per lo stoccaggio e lo smaltimento dei rifiuti, ecc.) e dell’occupazione.

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Sintesi Primo Rapporto Innovazione

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Presentazione Primo Rapporto Innovazione