Economia/Territorio - Agroalimentare

Rapporto Reggio Emilia 2011

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Con la pubblicazione del Rapporto Reggio Emilia 2011 la Camera di Commercio rende disponibili i dati elaborati in occasione della 9^ Giornata dell’Economia 2011

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Dopo un 2009 durante il quale anche la nostra provincia ha risentito della crisi economica mondiale iniziata sul finire del 2008,il 2010 è stato caratterizzato, per Reggio Emilia, da una presenza di segnali diversificati, soprattutto nell’ultima parte dell’anno, alcuni dei quali indicatori di una consueta ripresa ed altri ancora negativi.

La sintesi che se ne trae è quella di una performance del nostro sistema economico ancora distante dai livelli precedenti la crisi: i miglioramenti che si osservano, infatti, sono rispetto ad un anno particolarmente negativo quale è stato il 2009.

Il numero delle imprese reggiane ha continuato, anche nel 2010, a scendere, seppure in misura molto più contenuta rispetto all’anno precedente.

Il tessuto imprenditoriale della nostra provincia è composto da 57.955 ditte, il 47% di queste appartengono al commercio e servizi, il 38% all’industria e costruzioni, il 13% all’agricoltura.

Attività manifatturiere, costruzioni, trasporti e agricoltura sono i settori che nell’ultimo anno registrano ancora variazioni negative comprese fra l’1,4 e il 2,5%.

L’indagine congiunturale condotta dal sistema camerale sull’industria manifatturiera reggiana mostra, negli ultimi tre trimestri del 2010 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, andamenti in crescita per la produzione, gli ordini e il fatturato; nel quarto trimestre ha raggiunto, per tutti e tre gli indicatori, variazioni attorno al +4%.

Metalmeccanico, sistema moda, ceramico, alimentare, elettrico-elettronico, ovvero tutti i settori caratteristici dell’economia della nostra provincia, ad eccezione della gomma-plastica, hanno concorso, anche se in misura differente, all’incremento registrato nell’ultima parte del 2010.

In questo clima di tendenziale miglioramento le imprese artigiane continuano però a segnalare momenti di difficoltà. Nel corso del 2010 solo nel terzo trimestre si osservano andamenti positivi per produzione, fatturato e ordini rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre le esportazioni, sebbene in miglioramento rispetto ai trimestri precedenti, rimangono comunque negative. Nel quarto trimestre tutti gli indicatori sono in riduzione rispetto al 2009.

Anche i dati delle imprese artigiane registrate in provincia di Reggio Emilia, che a fine 2010 ammontano a 21.146 (-2,9% rispetto all’anno precedente), confermano i segnali ancora negativi del comparto. I settori artigiani più interessati dalla flessione sono il manifatturiero e le costruzioni; queste ultime in particolare negli ultimi due anni sono diminuite di quasi 1.000 unità.

L’andamento del fatturato del settore delle costruzioni della nostra provincia, dopo un trend negativo per tutti i quattro trimestri del 2009, ha registrato nel 2010 un andamento altalenante. Il primo e il terzo trimestre dell’anno passato sono stati caratterizzati da flessioni consistenti, mentre nel secondo e nel quarto sono comparsi i primi dati positivi anche se contenuti: rispettivamente +1,1% e +1%.

Per quanto riguarda il commercio, le vendite al dettaglio di prodotti alimentari e non alimentari continuano a registrare anche nel 2010, per la nostra provincia, variazioni negative che sono andate via via accentuandosi nel corso dell’anno salvo poi attenuarsi nel quarto trimestre. È risultato positivo solo l’andamento deli ipermercati, supermercati e grandi magazzini.

Una crescita a due velocità quella che si osserva, con incrementi di produzione significativi per le aziende più strutturate del manifatturiero, in particolare per quelle con oltre 50 dipendenti e per le aziende da 10 a 49 dipendenti, e cali, dopo due trimestri in aumento, per le imprese fino a 9 dipendenti.

I segnali di ripresa hanno riguardato soprattutto le imprese più orientate all’export che per tutto l’anno passato hanno registrato, rispetto ai dodici mesi precedenti, andamenti positivi.

I dati relativi alle esportazioni della provincia di Reggio Emilia nel 2010 confermano la ripresa delle vendite all’estero dei nostri prodotti pur non ancora ai livelli pre-crisi.

L’export provinciale ha raggiunto i 7,3 miliardi di euro, con un incremento del 13,5% rispetto al 2009. I principali prodotti manifatturieri che sostengono l’economia reggiana rilevano aumenti con percentuali a due cifre che in alcuni casi, come per il metalmeccanico che rappresenta quasi la metà delle vendite provinciali all’estero, hanno sfiorato il 20%. Più contenuta la crescita delle esportazioni di tessile-abbigliamento e di ceramica. In crescita anche la vendita di prodotti alimentari e bevande che nel 2010 ha superato il mezzo miliardo di euro di valore esportato con un incremento, in dodici mesi, del +12,3%.

In questo periodo in cui le esportazioni verso i nostri tradizionali clienti europei, che continuano a rappresentare quasi tre quarti delle nostre vendite all’estero. Subiscono un’ovvia battuta d’arresto, gli imprenditori hanno ampliato il “ventaglio dei paesi” verso i quali indirizzare i propri prodotti.

Si osservano cosi incrementi di export verso i paesi sintetizzati con la sigla BRICS che vanno dal +5% della Russia (il nostro principale acquirente del gruppo) al +55% della Cina, al +64% del Brasile, al +36% dell’India, al +39% del Sudafrica.

La bilancia commerciale propende a nostro favore per tutti questi Paesi ad esclusione della Cina della quale compriamo prodotti per 475 milioni di euro a fronte di nostre vendite di poco superiori ai 150 milioni di euro.

In questo clima in cui le imprese pare comincino a riprendere ossigeno, le attuali vicende in atto nel nord Africa pongono numerose incognite circa il consolidamento di questi primi indicatori di ripresa. A parte la difficoltà oggettiva a mantenere contatti costanti con questi Paesi, l’impennata dei prezzi delle materie prime (in primis il petrolio – i prodotti energetici) rappresenterà un ulteriore ostacolo.

Nel contesto generale, inoltre, la disoccupazione continua a permanere a livelli superiori a quelli di piena occupazione che da tempo si osservano per la nostra provincia. Il tasso di disoccupazione è infatti passato dal 2,8% del 2008 al 5% del 2009 al 5,4% del 2010.

Gli ammortizzatori sociali considerati nel loro complesso tendono a diminuire in quest’ultimo anno sia come ore autorizzate che come numero di lavoratori e di aziende coinvolte. L’analisi per tipologia di ammortizzatore mostra però che, a fronte di una diminuzione di utilizzo della cassa integrazione ordinaria, crescono le ore autorizzate di cassa integrazione straordinaria, così come aumentano i lavoratori coinvolti da quest’ultimo ammortizzatore sociale e dai contratti di solidarietà.

Relativamente all’annata agraria 2010 appena conclusa si rileva una significativa ripresa economica dovuta principalmente all’andamento delle quotazioni del Parmigiano Reggiano che hanno registrato un considerevole incremento con il conseguente aumento della produzione, in particolare l’alimentazione: il prezzo dei mangimi, infatti, è in aumento. Mediamente in calo con trend diversificati sul territorio provinciale la produzione di uva. Rimane ancora contenuto il prezzo del vino.

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